Le zone umide, polmoni naturali
Le zone umide come paludi, torbiere, acquitrini, corsi d’acqua, valli, con acqua stagnante o corrente, dolce o salata, sono in grado di assorbire naturalmente una vasta gamma di inquinanti, senza l’intervento dell’uomo, mediante la fitodepurazione.
Già gli antichi romani sfruttavano le zone paludose dell’Agropontino per il trattamento dei reflui dell’urbe, consapevoli dell’effetto tampone che trasformava i liquami, potenziali ricettacolo di malattie, in nutrimento naturale.
Per lungo tempo l’uomo ha dimenticato l’importanza delle zone umide ed oggi, soprattutto quelle di pianura, soffrono le conseguenze dovute a decenni di inquinamento e mala gestione.
Secondo il WWF, tra il 1938 e il 1984, in Italia si è perduto il 66% di queste aree preziose.
Ne parlo in quest’articolo, sempre sul Giornale del Po al LINK